E’ una piccola macchia bianca e nera che sbuca dai sentieri di frasche e rovi coperti di frutti d’ebano. Ogni tanto frena la sua corsa,e si volge indietro fiero.
Paco è un terremoto di pelo e orecchie,che porta indietro come un vezzo di bimbo.
E’ una carogna,glielo leggi nei grandi occhi nocciola puntellati di stelle. Ti guarda di sottecchi, con la lingua che penzola e la coda che flette l’aria in un gioioso stornello.
Più pesante,massiccio del padre,porta in giro zampe enormi ed un tartufo ben proporzionato. Aspira l’aria come un assetato ingolla le ultime gocce d’acqua nell’assolato deserto. Mette in bocca di tutto,come se avesse patito la fame da cucciolo.
Ma Paco ha solo 8 mesi,troppo pochi per aver coscienza della vita d’adulto,troppi per essere trattato come un cucciolo.
Sornione sfida la rapidità con la quale ti avventerai contro,per tirarlo dal nero della terra.Sa di avermi giocata,ancora una volta,come sempre.
Sono diversi i miei cani. Ma ogni difetto, ogni qualità si mescolano e completano a vicenda. L’uno è l’alba,l’altro il tramonto.
Non abbandonate un cane.