
Quando un uomo ti guarda ti senti in imbarazzo.
Lo sguardo scivola veloce dalle tue labbra al decolletè generoso messo in evidenza da una scollatura poco casta.
Giochi nervosa,con un ricciolo fuori posto,sfuggito al giogo del fermaglio.
Fai la brillante,e con tono indifferente parli del tempo per allentare la tensione di un esame troppo scrupoloso e attento.
La voce è incerta,diventi logorroica e i discorsi s’intrecciano come trame di un puzzle che non ha incastri perfetti ma impercettibili differenze.
La gonna scopre le ginocchia mostrando le gambe inguainate dalle calze chiare.
Hai indosso un vestito autunnale,color miele.
Gli stivali hanno la sfumatura della terra arsa d’estate,i capelli scuri, riflessi vermigli retaggio di indimenticati tramonti.
Quando un uomo ti guarda, accavalli le gambe in fretta,raddrizzi il busto proteso in avanti, come a voler mettere distanza tra il suo ruolo e il tuo.
Compostezza è d’ordine.
Le mani portano la bevanda alle labbra,con gesti lenti,delicati.
Sorseggi il liquido ambrato mentre la mente corre altrove.
Un altro bar, coi tavolini fuori anche d’inverno,sotto il sole tiepido di dicembre.
Il vocio della gente di passaggio si confonde con il rumore delle onde che muoiono sulla battigia,per rinascere in lontananza,come increspature di seta ed organza sgualcite dal vento .
Un sorriso lontano e due occhi neri come la notte.
Quando un uomo ti guarda,dovresti avere il cuore in gola e non riuscire a pensare ad altro che ad uno sguardo di velluto che ti sfiora appena bruciando la pelle,nonostante il gelo invernale.
Ma il respiro è regolare,la voglia di essere altrove incalza.
Riaffiora il desiderio di un altro sguardo,e di un altro mare.
Così raccogli la borsa,saluti distrattamente mentre un sorriso malinconico increspa le labbra.
"In cerca di quegli occhi,sempre."